Psicofarmaci a una bambina disabile: interrogazione in parlamento

Psicofarmaci bambini

De Eccher: timore che la somministrazione possa celare un'operazione commerciale della casa farmaceutica

Modena - Continua a suscitare scalpore la notizia della somministrazione di psicofarmaci a una bambina disabile di soli sette anni. La notizia è stata ripresa dalla stampa, da parecchi siti Internet e ritrasmessa da molti genitori e cittadini preoccupati.

Il Senatore De Eccher, che da anni si batte contro i test psicopatologici nelle scuole e i conseguenti e inevitabili abusi di psicofarmaci ai bambini, ha presentato un’interrogazione in cui denuncia che:

«il farmaco, immesso in commercio dall’azienda Jassen-Cilag SpA, viene utilizzato per la cura delle psicosi schizofreniche acute e croniche», che «dopo la denuncia dell’avvocato Miraglia la somministrazione è stata interrotta», e chiede quindi se dietro la somministrazione degli psicofarmaci «si possa celare un’operazione commerciale della casa farmaceutica per accrescerne il consumo».

Questo caso, seppur grave e sconvolgente, è solo un indicatore della tendenza alla "medicalizzazione" dei comportamenti infantili che purtroppo porta ineluttabilmente ad abusi di psicofarmaci sui bambini:

«In questi anni, negli Stati Uniti e in Inghilterra si sarebbero verificati casi in cui sono state diagnosticate nuove forme di presunto disturbo psichico, tutto da definire, specialmente nelle fasce giovanili più deboli, al solo scopo di somministrare gli psicofarmaci; tali ‘somministrazioni arbitrarie’ si sono verificate soprattutto in assenza dei genitori e con la complicità, evidentemente interessata, del personale sanitario. »

Nell’interrogazione si chiede:

«se risulti condiviso il timore di un possibile abuso di psicofarmaci sui minori, al pari di quanto verificatosi in passato ed oggi unanimemente riconosciuto in altre nazioni quali gli Stati Uniti e l'Inghilterra»;

Ma purtroppo la notizia dell’approvazione di una legge in Lombardia secondo cui “migliaia di bambini lombardi ‘beneficeranno’ dei ‘servizi’ delle UNONPIA, Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza per le individuazioni e risoluzioni dei loro errori nella scrittura, lettura e calcolo” ci fa capire che i disastri e le tragedie verificatesi in altri paesi non ci hanno insegnato nulla e fa sorgere il legittimo sospetto che le lobby psichiatriche e farmaceutiche stiano lavorando alacremente per promuovere questa tendenza.

Di fronte a questo attacco frontale nei confronti dei nostri bambini, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani chiede a tutta la società civile di ergersi contro questi tentativi di “farmacologizzare” e “medicalizzare” la scuola. Al fine di proteggere i nostri bambini, molte associazioni, medici, insegnanti e comuni cittadini hanno già fatto sentire la loro voce e, sebbene le lobby farmaceutiche e psichiatriche non si fermeranno, la battaglia può essere vinta come è già successo in Piemonte e nella Provincia Autonoma di Trento.

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