Stragi famigliari, suicidi, sparatorie nelle scuole: cosa si nasconde dietro?

Psicofarmaci

Marcella era all'apparenza una persona normale, non le mancava nulla: una famiglia stupenda, un lavoro gratificante e un bellissimo bimbo di 4 anni. Poi il tragico, inspiegabile evento: la nonna che apre la porta trova la figlia con il piccolo Lorenzo, da poco strangolato con un cavo elettrico. Lo donna era in cura presso il Cps (Centro Psico-sociale) di Parabiago.

Fatti di cronaca nera come questi sono diventati così comuni da non farci più caso, ma analizzandoli a fondo scopriamo che in un gran numero di essi c'è un trattamento psichiatrico in corso.

D'altronde, come spiegare le sempre più frequenti sparatorie nelle scuole? Ai tempi del Far West, quando le armi erano liberamente custodite vicino al caminetto, tutto questo non accadeva.

Che dire delle storie, quotidianamente presenti su rotocalchi e giornali, di ragazzi che in preda a un raptus uccidono i loro genitori? Come il caso di una 34enne, seguita dai centri psicosociali, che uccide la madre a pugni.

Si tratta di persone gravemente depresse, ma ciò non spiega tali eventi. E’ un dato scientificamente provato che gli stessi psicofarmaci possono condurre a effetti indesiderati quali violenza e suicidio. Nella Faq (domande poste frequentemente) dell'Agenzia Italiana del Farmaco si legge chiaramente quanto segue:

"I comportamenti correlati al suicidio (tentativo di suicidio e ideazione suicidaria) e l'ostilità (prevalentemente comportamento aggressivo, comportamento oppositivo e rabbia) sono stati osservati più frequentemente negli studi clinici condotti nei bambini e negli adolescenti trattati con tali antidepressivi, rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo". [1]

Nonostante tali sostanze riportino nei foglietti illustrativi la possibilità di effetti collaterali come tendenza al suicidio e atteggiamenti violenti, continuano ad essere largamente diffuse, specialmente in età scolare. L'FDA (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali americana), fin dal 2004, ha imposto alle industrie farmaceutiche di aggiungere una black box sulle confezioni di antidepressivi (un riquadro nero di avvertimento), perché potevano causare pensieri suicidi. [2]

Le azioni legali per suicidi e omicidi, contro i produttori di Prozac, Zoloft e Paxil, sono ormai più di 200. Ciò che manca è una conoscenza adeguata del problema: bambini ancora troppo piccoli per fare scelte consone, vengono sottoposti a trattamenti con sostanze che sono in realtà droghe, molto simili a quelle da strada, vendute però legalmente. La vera causa del problema, spesso famigliare o alimentare, quasi mai viene scoperta, perché è sicuramente più facile somministrare una pasticca, che di certo all'industria farmaceutica (e alle sue tasche) male non fa!

Quasi giornalmente la psichiatria fa affermazioni di nuove scoperte di sindromi o disturbi, eppure non si procede ad appurare i fatti, non si confrontano i risultati dei trattamenti mentali esaminando gli effetti sulle persone. Da anni la psichiatria si pone quale risolutore di problemi sociali: droga, istruzione, crimine, se si osservano le statistiche in questi campi si riscontra che anziché avere dei miglioramenti si hanno peggioramenti, ai quali si aggiungono le continue campagne di allarmismo sui numerosi e sempre nuovi disturbi mentali che colpiscono migliaia di persone, e ciò motiverebbe finanziamenti continui, coi soldi pubblici, per "prevenire" ripercussioni future.

Resta un aspetto alquanto inquietante al quale si dovrebbe rispondere: perché se un medico sbaglia un intervento ne deve rispondere mentre in psichiatria la responsabilità è della persona che era in trattamento? Oltre al danno perfino la beffa...

Riteniamo sia ora che la magistratura incominci a prendere in considerazione il fatto di indagare questi numerosi casi per poter anche legalmente attuare delle avvertenze sull'abuso della somministrazione di psicofarmaci che negli USA sono state rese obbligatorie perché motivate ufficialmente, e finalmente poter snidare il vero colpevole che molto spesso non è chi potrebbe sembrare in apparenza.

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani che da anni combatte gli abusi nel campo della salute mentale, consiglia alle persone di chiedere i riscontri clinici delle diagnosi che vengono loro fatte, le evidenze scientifiche, di informarsi sui trattamenti proposti e sugli effetti collaterali dei farmaci prescritti.

[1] http://www.agenziafarmaco.gov.it/wscs_render_attachment_by_id/111.39724.11376874343744d69.pdf
[2] "Suicidality in Children and Adolescents Being Treated With Antidepressant Medications", FDA Public Health Advisory, 15 Oct. 04.

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