Regione Lombardia - Una legge su un tema ambiguo che mette a rischio il futuro dei bambini

Studente

Migliaia di bambini lombardi “beneficeranno” dei “servizi” delle UONPIA, Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza per le individuazioni e risoluzioni dei loro errori nella scrittura, lettura e calcolo.

Grazie alla legge regionale N. 152 “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento” del 26.01.10, verranno tra le altre cose attivati corsi di formazione del personale docente per l’individuazione precoce degli alunni che sarebbero affetti da DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), screening di massa volti alla prevenzione e al loro monitoraggio (Art.3).

In netto contrasto con le direttive date dal ministero della pubblica Istruzione, come riportate nella circolare n. 4226/P4 che impone ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali, inclusi i Sovrintendenti Scolastici per la Provincia di Bolzano e di Trento, il divieto di somministrare i test o questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni all'interno delle scuole, la Regione Lombardia alacremente istituzionalizza tali attività senza tener conto dei pericoli di un inquadramento neuropsichiatrico dei bambini con il rischio conseguente di somministrazione di psicofarmaci e di iper medicalizzazione. Motivazioni e rischi effettivi che hanno spinto addirittura due regioni: il Piemonte e la Provincia Autonoma di Trento, a sancire con legge il divieto di somministrazione di test psicologici sui bambini nelle scuole.

In tutti i paesi dove tali screening sono stati effettuati si è poi assistito ad un aumento delle vendite di psicofarmaci per l’età pediatrica, senza trovare una reale corrispondenza nel numero di bambini davvero “malati”.

Non si capisce come mai un Consiglio Regionale approvi una legge per individuare i bambini che fanno troppi errori di lettura, scrittura e calcolo a scuola, accettando l’idea che all’origine di tali errori vi siano specifici “disturbi dell’apprendimento” (presunti disfunzionamenti cerebrali), senza accertarne l’effettiva esistenza, peraltro mai provata con inconfutabile fondatezza scientifica. Si sta decidendo il futuro di migliaia di bambini; non si possono accettare teorie spacciate per scienza.

L’ambiguità di chiamare “disturbi” quelli che in realtà sono considerati malattie dalla psichiatria, vedi DSM IV (Manuale Statistico e Diagnostico), viene utilizzata per mascherare il fatto che questi bambini in realtà stanno venendo considerati malati mentali, tanto è vero che vengono indirizzati ai centri UONPIA.

Come mai non ci si preoccupa di istituire corsi di doposcuola, attività di aggiornamento per migliorare la didattica dei docenti, invece di potenziare le attività neuropsichiatriche?

Quali sono gli interessi economici che stanno dietro agli stanziamenti regionali per l’attuazione di questa legge? Si rendono conto di come possono sconvolgere la vita e il futuro di migliaia di bambini e di famiglie?

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