Chi è la vera madre?

Bambini sottratti alle famiglie

Ha fatto scalpore la notizia che vede coinvolta una bambina di solo 6 anni nel comune di Castelfranco, in provincia di Modena. Spesso la gente è convinta che la sottrazione di minori sia dettata da oggettive condizioni di degrado e che venga fatta nell’interesse del minore.

In realtà le statistiche rivelano che circa il 20% delle sottrazioni coatte sono motivate da assenza coatta dei genitori, provvedimenti carcerari, morte di entrambi i genitori, maltrattamenti o abusi. Il rimanente 80% circa avvengono sotto l’ampia motivazione di “inidoneità genitoriale“. Questa motivazione ha aperto le porte a innumerevoli violazioni di legge e dei diritti. ( www.crescoacasa.com/info-2 - http://www.crescoacasa.com/statistiche )

Vorremmo citare un passo della Bibbia per capire che cosa ne pensava Salomone, un antico re biblico celebre per la sua saggezza: “Quindi il re aggiunse: «Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all'una e una metà all'altra». La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per suo figlio, e disse: «Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!». L'altra disse: «Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!». Presa la parola, il re disse: «Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre». Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunziata dal re e concepirono rispetto per il re, perché avevano constatato che la saggezza di Dio era in lui per render giustizia.”

La vicenda della bambina di Castelfranco esemplifica questa scoperta di Salomone. Un assistente sociale, psicologo, psichiatra, ecc. non sono la mamma (o il papà) della bambina o del bambino, e non saranno quindi disposti a sacrificarsi ma finiranno per "tagliarlo in due”!!!

Questa situazione di degrado dei servizi sociali è descritta nell’articolo Sequestri di Stato di «Panorama» (n. 47/2009) secondo cui sono oltre 32.000 i bambini che la giustizia ha tolto con la forza alle famiglie; non sempre con buone ragioni e con tanti errori dovuti a fretta e superficialità, come nel caso dei due fratellini di Basiglio. Nell’articolo si parla anche di un business che vale più di un miliardo di euro l’anno, a cui pochi sono disposti a rinunciare.

Questa scandalosa vicenda ha suscitato anche l’intervento dei deputati Massimo Polledri e Carolina Lussana che il 27 maggio scorso hanno presentato l’interrogazione a risposta orale 3-01092.

La storia è semplice: una mamma con problemi con l'ex marito si vede portare via la figlia, accusata di non agevolare le visite al padre. Invece di risolvere la conflittualità tra i genitori, si decide di affidare la bambina (che allora aveva 4 anni) ad una casa famiglia, un evento che probabilmente la segnerà per tutta la vita.

A questo punto la mamma decide di sacrificarsi per il bene della bambina, come solo una vera mamma potrebbe fare, e richiede l’affidamento della bambina al padre. Ciononostante le viene permesso di vedere la bambina solo un’ora alla settimana in un ambiente protetto, come contestato dall’avvocato Francesco Miraglia in una memoria presentata al tribunale:

“Nonostante la mamma, colpevole secondo il Tribunale dei Minori e del Servizio Sociale di Castelfranco (Modena) di ostacolare i rapporti padre figlia, abbia essa stessa richiesto per la figlia il collocamento presso l’abitazione del padre, abbia iniziato una mediazione di coppia e tutto ciò che possa favorire il ritorno a casa della bambina, inspiegabilmente e incredibilmente il Giudice relatore d’accordo con il Servizio Sociale del Comune di Castelfranco continua ad avere un comportamento pregiudizievole nei confronti di questa mamma.”

E alcuni mesi fa, l’unica persona ad interessarsi veramente della salute della bambina è stata sempre la mamma mentre le assistenti sociali avevano ignorato i problemi di salute della bambina, come riferito nell’interrogazione parlamentare di cui sopra: “la madre, che nei mesi scorsi aveva riscontrato uno stato di salute non ottimale nella bambina, in particolar modo legato ad arrossamenti e bruciori nelle parti intime, dopo che la stessa aveva dovuto insistere perché le assistenti sociali si facessero carico degli accertamenti approfonditi del caso e dopo che l'avvocato che la assiste aveva verificato come le stesse assistenti non si erano rivolte, come di dovere per la loro carica, al tribunale di Bologna per segnalare anche solo vaghi sospetti relativi alla buona condizione della bimba, oggi affidata alle cure del padre, ha depositato una circostanziata querela.”

Ma l’episodio che ora andremo a riportare ci dimostra che le parole di Salomone erano vere allora come lo sono oggi. Ecco quanto riferito dall’avvocato Miraglia al giornale Modena Qui:

“Tutto ciò ha costretto la mia assistita a prendere una sofferta e amara decisione - piuttosto che danneggiare la propria figlia con tensioni continue e con situazioni troppo pesanti da gestire per una bimba, ha preferito autosospendersi dal ruolo di mamma in attesa di operatori e situazioni di fatto diversi.”

Questa vicenda, come purtroppo molte altre, evidenzia che questo sistema non funziona più e che è necessaria una radicale riforma come chiesto anche nell’interrogazione dei due deputati:

“Quanto riportato impone una riflessione su come spesso gli assistenti sociali, coadiuvati da psicologi e psichiatri, non solo non siano in grado di risolvere i problemi della famiglia, ma contribuiscano a crearli loro stessi con il loro comportamento.”

Come già Salomone aveva scoperto, i veri garanti dei bambini sono la mamma e il papà, e quindi la riforma dovrebbe mettere al centro la famiglia aumentandone i poteri e le tutele. E una riforma seria che protegga veramente i bambini dovrebbe includere le richieste presentate più di un anno fa dal movimento Cresco a casa ( www.crescoacasa.com/info-2 ):

  1. che la sottrazione di bambini alla propria famiglia possa avvenire solo sulla base di fatti gravi ed accertati o solo dopo l’acquisizione di prove oggettive attendibili;
  2. che le perizie psicologiche-psichiatriche abbiano solo valore di opinioni e non siano considerate direttamente come “accertamento della verità”;
  3. che le famiglie abbiano il diritto della parità tra accusa e difesa e che eventuali relazioni negative di assistenti sociali o di altre entità possano essere contestate e che si proceda ad accertare i fatti prima che possa avvenire la sottrazione dei bambini alla famiglia.

Ci auguriamo che i legislatori sappiano intervenire urgentemente e con saggezza per sanare una situazione che vede migliaia di bambini soffrire perché orfani di genitori ancora in vita.

Silvio De Fanti
Vice Presidente
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

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