Interrompere lo stigma della malattia mentale?

Schizofrenia

Fermare le campagne finanziate dalle case farmaceutiche e dai gruppi di facciata dietro la "Stigmatizzazione"

Un nuovo studio, frutto di una collaborazione tra l'Università dell'Indiana e la Columbia University e pubblicato dalla Gazzetta americana di psichiatria, rivela che pregiudizio e discriminazione esistono ancora tra le persone con malattie mentali gravi. Le notizie includono "L'indagine rivela che lo stigma della malattia mentale è difficile da togliere" e "nonostante la più profonda comprensione della malattia mentale, lo stigma permane."

Così che cosa c’è esattamente dietro questo studio? Consideriamo il fatto che la Columbia University è ben nota per la sua collaborazione con le aziende farmaceutiche, e che il suo centro medico ha collaborato con AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Janssen Pharmaceutica, Merck, Novartis e Pfizer. O il fatto che l’Università dell’Indiana ha ricevuto una sovvenzione di 1 milione di dollari dalla Eli Lilly.

L’ordine del giorno è apparentemente altruistico, ma la campagna per porre fine allo "stigma" della malattia mentale è guidata e finanziata da coloro che traggono vantaggio dal fatto che aumentino le persone etichettate come malati mentali: case farmaceutiche, psichiatria e gruppi di facciata delle case farmaceutiche quali NAMI (Nationalalliance of Mental Illness) l'Alleanza Nazionale per il Malato Mentale e il CHADD (Children and Adults with Attention-Ddeficit/Hyperactivity Disorder) bambini e adulti affetti da ADHD, per citarne solo alcuni. Ad esempio, prendiamo la campagna della NAMI, per fermare lo "stigma" e "porre fine alle discriminazioni" contro i malati mentali — gli sponsor "fondatori" erano Abbott Labs, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, Janssen, Pfizer, Novartis, SmithKline Beecham e Wyeth-Ayerst Labs.

Il fatto è che la "stigmatizzazione" proviene proprio da loro: quelli che beneficiano del fatto che le persone siano etichettate/stigmatizzate con disturbi mentali per i quali non hanno alcuna prova medica/biologica. Di fatto, se siete ribelli, venite "stigmatizzati" con l'etichetta "disturbo oppositivo provocatorio." Se il tuo bambino agisce come un bambino, viene "stigmatizzato" con l'etichetta "ADHD". Se sei triste, infelice (anche temporaneamente) vieni "stigmatizzato" con l'etichetta " depresso" o" disturbo bipolare". Se sei timido vieni "stigmatizzato" con l'etichetta "disturbo da ansia sociale." Inoltre, voi o il vostro bambino siete ora stigmatizzati per tutta la vita dato che questa etichetta, che si basa esclusivamente su un parere, è ora parte della vostra cartella clinica, nonostante il fatto che non vi sia alcuna prova medica per dimostrare che voi siate "malati mentali".

Questo è vero anche per le persone diagnosticate "schizofreniche." Non c'è nessun test medico per verificare che qualcuno abbia un’anomalia cerebrale o una condizione medica di schizofrenia. E mentre nessuno afferma che le persone non possano diventare psicotiche, resta il fatto che non vi sia alcuna prova biologica a sostegno della schizofrenia come una malattia cerebrale o un'anomalia chimica.

Consideriamo questo: il fatto che le persone diventino psicotiche, o irrazionali, può essere in realtà causato da alcuni problemi medici (non psichiatrici) latenti?

Perché uno studio di follow up durato 15 anni ha provato che c'era un tasso di recupero del 40% per quelli diagnosticati schizofrenici che non hanno assunto antipsicotici, rispetto a un tasso del 5% per chi ne ha fatto uso?

Cos’è accaduto alla loro presunta "malattia cerebrale?" E’ semplicemente sparita? Inoltre, se essi possono riprendersi da un tale stato mentale, meritano che lo "stigma" di "schizofrenia" sia ancora parte della loro cartella clinica in modo permanente? Per tutta la vita?

Pensaci. Immagina di essere estremamente sovrappeso — obeso. Perdi peso in modo da non essere più obeso. Ma la cartella clinica continua a dire che lo sei.

E se la schizofrenia è in realtà una "malattia" nonostante il fatto che non ci siano prove mediche o biologiche (nota che non abbiamo detto speculazione o teorie, ma prove), allora perché lo psichiatra Loren Mosher, l’ex capo della ricerca sulla schizofrenia dell'Istituto nazionale di salute mentale (NIMH) dichiara apertamente che non esiste alcuna condizione biologica della schizofrenia, come una malattia o un malfunzionamento del cervello?

E perché l'industria della salute mentale non trae vantaggio dall’esito dei suoi studi durati 2 anni che dimostrano che le persone diagnosticate schizofreniche potrebbero riprendersi senza l'uso di farmaci? È perché questo prova che il recupero è possibile e smentisce in tal modo la teoria che c’era qualcosa di sbagliato nel loro cervello?

O è il fatto che essi si siano ripresi senza l'uso di farmaci, minacciando in tal modo un'industria farmaceutica da parecchi miliardi di dollari? Forse questo spiega perchè Mosher è stato licenziato dal suo incarico al NIMH. (http://www.moshersoteria.com/)

Come nota finale in materia di "stigmatizzazione", ricordiamo che gli psichiatri affermano che non vi è alcun recupero dalla "malattia mentale". Essi non ammettono cure. Perciò, una volta etichettati — “gioco finito”.

Il nuovo "studio" riferisce inoltre che "più persone ora credono che malattie come la depressione e la schizofrenia siano causati da squilibri chimici nel cervello." Questo è marketing nella sua migliore espressione — dire che la gente crede in uno squilibrio chimico in modo da non doversi preoccupare di evidenziare il fatto che non c'è nessuno squilibrio chimico.

Come può il profano essere sicuro di questo? È semplice. Trovate una persona che disponga di un test di laboratorio che mostri il suo squilibrio chimico. Non uno dei milioni di persone che prendono farmaci per la cura del loro "squilibrio chimico" dispone di un test di laboratorio che mostri che abbia uno squilibrio. Ora davvero non ci vuole uno scienziato per capirlo... no?

Fonte: http://www.cchrint.org/2010/09/17/stop-the-stigma-of-mental-illness-try-stopping-the-pharma-funded-campaigns-groups-behind-the-%E2%80%9Cstigmatizing%E2%80%9D/
 

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