Manicomio in pillole, vite sedate

donna triste

Il 17 maggio 2012 la Commissione Affari Sociali di Montecitorio ha approvato il testo unico in materia di assistenza psichiatrica presentato dall'On.Ciccioli.

Le molte associazioni e personalità operanti nel campo della salute mentale più attente ai diritti costituzionali e umani, hanno già espresso il loro disaccordo e la loro protesta nei confronti di questo testo, che condividiamo completamente per le considerazioni seguenti.

Dopo l’abolizione dei manicomi con la legge 180 del 1978 è stato introdotto nel nostro paese il cosiddetto Trattamento Sanitario Obbligatorio, attualmente regolamentato dalla legge 833/1978, dalla durata di 7 giorni rinnovabili, con delle tutele formali, che, essendo spesso disattese, hanno dato adito a una lista infinita di abusi e illegalità.

Per correggere le carenze della 180 e del TSO, il testo unico in oggetto recita:

Art. 4. (Gli interventi sanitari obbligatori e necessari).
Le procedure di intervento sanitario obbligatorio, accertamento sanitario obbligatorio (ASO) e trattamento sanitario obbligatorio (TSO), che assume la definizione di trattamento sanitario necessario (TSN), sono attivate quando la garanzia della tutela della salute è ritenuta prevalente sul diritto alla libertà individuale del cittadino. ...
7. Il trattamento sanitario necessario può essere effettuato quando:

c) l’assenza di trattamento sanitario comporta comunque un serio rischio di aggravamento per la tutela della salute del malato, non essendo il paziente consapevole della malattia e rifiutando gli interventi terapeutici.”
In questi casi:
“...
2. È istituito il trattamento necessario extraospedaliero prolungato, senza consenso del paziente, ... ha la durata di sei mesi e può essere interrotto o prolungato. Comunque non può essere protratto continuativamente oltre i dodici mesi.
...Il trattamento necessario extraospedaliero prolungato è finalizzato a vincolare il paziente al rispetto di alcuni principi terapeutici, quali l’accettazione delle cure e la permanenza nelle comunità accreditate o nelle residenze protette”.

Nel comunicato stampa a difesa del testo unico l'On. Ciccioli chiarisce ulteriormente il suo punto di vista: “...la contenzione chimica con gli psicofarmaci oggi è molto più efficace della contenzione fisica...”.

Quindi una persona potrebbe essere costretta ad assumere psicofarmaci dai potenti effetti collaterali contro la sua volontà, che le stravolgerebbero la mente 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 per un anno, con lo scopo di indurla ad un’apatica accettazione delle “cure” proposte, probabilmente a vita.

Lungi da noi negare l’esistenza del disagio psichico, e della sofferenza e sovraccarico delle famiglie:

  • Vorremmo tuttavia far presente che il parlamento italiano ha abolito i manicomi (legge 180 del 1978) e che ne ha decretato la definitiva chiusura e di ogni istituzione che avesse carattere manicomiale (dispositivo legislativo del 1994);
  • che la spesa per trattenere decine di migliaia di cittadini in ricovero forzato all’interno di strutture psichiatriche ricadrà necessariamente sullo stato e quindi su noi cittadini e che tale spesa è valutabile in una cifra minima di 1 miliardo di euro annui, che potrebbe arrivare anche a 3 miliardi di euro annui;
  • che esistono sul territorio italiano strutture pubbliche e modalità di approccio ai problemi psichiatrici, sempre in ambiente pubblico, che hanno dimostrato di fornire vere ed efficaci risposte, rifuggendo dal concetto di trattamento forzato e che non costano quasi nulla allo stato;
  • che ogni cittadino secondo la legge ha diritto alla propria difesa quando sia messa in gioco la propria libertà personale;
  • che i Trattamenti Sanitari Obbligatori prevedono attualmente un eventuale diritto alla difesa solo DOPO che il ricovero forzato sia già stato eseguito;
  • che esistono modalità, già anticipate in alcune proposte legislative, che garantirebbero che tale diritto possa essere esercitato PRIMA del ricovero forzato, garantendo al contempo la velocità della procedura di trattamento sanitario obbligatorio nei casi in cui vi sia effettiva urgenza;

Non abbiamo bisogno di manicomi chimici o giudici in camice bianco, ma di sostegno alle soluzioni efficaci che già esistono ed esisteranno nel pieno rispetto del diritto alla propria integrità psicofisica.

Non si dovrebbero approvare e attuare trattamenti sanitari forzati che abbiano durata maggiore di quanto avviene oggi, ricreando di fatto strutture di tipo manicomiale che inevitabilmente creerebbero nuovamente le tanto deprecate condizioni che portarono alla loro chiusura e il cui costo finanziario ricadrebbe sullo stato e quindi su noi.

Si dovrebbe fare in modo che le strutture pubbliche esistenti che forniscono risposte efficaci alle problematiche psichiatriche rifuggendo dal concetto della forza e della contenzione e che hanno costi bassi o quasi inesistenti, siano prese in considerazione come modelli su cui creare vera assistenza.

Dovrebbero essere prese in considerazione le proposte legislative che garantiscono il diritto alla difesa prima che un trattamento sanitario forzato possa avvenire, pur garantendo la velocità e l’immediatezza della procedura laddove necessario.

Il nostro Comitato ha avviato una petizione popolare per garantire il diritto alla difesa dei cittadini e per evitare enormi spese di denaro pubblico ricostituendo i manicomi; on line qui: http://www.firmiamo.it/no-al-tso---no-alla-riapertura-dei-manicomi

Silvio De Fanti
Vice Presidente
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus

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