Figli assegnati al padre accusato di violenza: colpa delle consulenze

Abuso minori sottratti, allontanati

Il caso recente segnalato dalla stampa locale nell'articolo: "Accusa l'ex marito: era un despota" mette in evidenza il problema delle perizie psichiatriche in ambito minorile

Trento. Recentemente sulla stampa trentina è apparsa la triste e controversa vicenda delle accuse di violenza da parte di una donna all'ex marito. Il padre si difese sui giornali: i figli gli erano stati assegnati in seguito alla perizia dello psichiatra consulente del tribunale.

Non vogliamo entrare nel merito della vicenda, ma segnalare all’opinione pubblica e alle autorità un problema che affligge la giustizia minorile trentina: l’acritico affidamento sulle perizie di psicologi e psichiatri, anche quando sono palesemente in contrasto con prove oggettive, causando molti abusi e sofferenze per i minori.

Alcuni anni fa avevamo già denunciato una vicenda simile, in cui due bambine erano state assegnate al padre nonostante fosse indagato per violenza sulla moglie e sulle figlie. Si venne poi a sapere che la consulente del tribunale e l’avvocato del padre appartenevano alla stessa associazione, e l’assistente sociale che si occupava del caso ricevette una sanzione dall’Ordine. Nonostante la condanna del padre in primo grado, la madre in seguito ritirò la denuncia, e le bambine ora vivono felicemente con lei.

Siamo a conoscenza di parecchi casi in cui il tribunale non ha ammesso o preso in considerazione i testimoni e altre prove oggettive, basando la sentenza quasi unicamente sulla perizia psichiatrica. Questa modalità operativa espone il tribunale alla possibilità di commettere errori e abusi.

Nel caso in questione, il consulente aveva partecipato a un convegno in cui si sosteneva l’esistenza della PAS (sindrome da alienazione genitoriale), una presunta sindrome la cui esistenza è molto controversa (la stessa Cassazione ne ha ribadito la mancanza di fondamento scientifico - Cassazione civile, sezione prima, 7041/13). La PAS infatti può essere utilizzata in tribunale per determinare l’affidamento dei figli e l’assoluzione di partner accusati di violenza e/o pedofilia: mamme e bambini vengono ritenuti inaffidabili perché accusati di alienare i figli dall’altro genitore.

In questo ambito, le possibilità di abusi e ingiustizie nascono dalla rinuncia alla ricerca di prove e fatti oggettivi, spesso per mancanza di risorse e di personale, e dall’implicita discrezionalità di discipline come la psichiatria e la psicologia, che le espone alla possibilità di errori, manipolazioni e strumentalizzazioni. Molti lo sanno, ma nessuno lo vuole ammettere. Chi ne paga le conseguenze sono i bambini.

Come nel caso di cui stiamo parlando in cui, nonostante la forte conflittualità, quando i figli erano affidati alla madre erano sereni e non manifestavano alcun disagio. Questo fatto fu confermato dallo stesso consulente del tribunale nella sua perizia nella quale, poi, con un incomprensibile “gioco di prestigio” chiedeva l’affidamento al padre. Ora i figli hanno iniziato a manifestare dei disagi che prima non avevano, e ultimamente è arrivata la mazzata della scuola: hanno rilevato alcune problematiche in uno dei bambini che, per questo, dovrà essere visto da un neuropsichiatra infantile. Anche su questo caso aleggia il sospetto di un conflitto di interesse: nel corso della perizia, il consulente di parte del padre, noto al pubblico come lo “psichiatra in ciabatte”, apparteneva alla stessa associazione di questo consulente tecnico d’ufficio.

La madre ha inviato una lettera a questi professionisti per chiedere spiegazioni ma ancora non ha ricevuto risposta. Strana coincidenza: l’avvocato del padre è lo stesso del caso molto simile menzionato , di cui ci siamo occupati alcuni anni fa.

Restiamo a disposizione del Tribunale e dei magistrati per informazioni su questa e altre vicende che riguardano lo psichiatra in questione.

 

Condividi con