"Io, bambino zero": La tragedia di Davide Tonelli

Davide Tonelli Galliera ha squarciato il velo di silenzio su una delle pagine più oscure della giustizia e della psichiatria minorile italiana. Nel suo libro, "Io, bambino zero", con prefazione a firma del giornalista Pablo Trincia – già autore dell'inchiesta "VELENO" sulla Bassa Modenese, l'autore rivela le indicibili sofferenze inflittegli da un sistema che, anziché proteggerlo, lo ha invece travolto in un vortice di abusi psicologici e allontanamenti illeciti. La sua testimonianza, dolorosa e coraggiosa, è un monito contro le pratiche psichiatriche prive di riscontri oggettivi, in grado di disgregare intere famiglie e causare tragedie irreparabili, inclusi suicidi e morti.
La vicenda di Davide si inserisce in un contesto più ampio di errori giudiziari e abusi di potere che hanno segnato la storia recente del nostro paese. Numerose fonti, tra interviste, podcast e articoli disponibili online, amplificano il quadro devastante di un sistema che, in nome di presunte protezioni, ha generato solo dolore.
La genesi di un incubo: manipolazione e false accuse
Il dramma di Davide Tonelli Galliera ha inizio in tenera età. Allontanato dalla famiglia biologica a soli tre anni a causa di difficoltà economiche, viene affidato a una famiglia in provincia di Mantova. All’età di sette anni il suo calvario prende una piega oscura. Dopo una visita ai genitori biologici, il bambino manifesta un comprensibile disagio emotivo. La madre affidataria, invece di comprenderlo, lo tempesta di domande insistenti per convincerlo di avere subito dei maltrattamenti. Sfinimento e vulnerabilità lo portano ad annuire, un gesto innocente che si trasformerà nella chiave di volta per un incubo.
Pochi giorni dopo, Davide viene condotto dalla psicologa Valeria Donati. Le sue sedute, che l'autore descrive con terrore, si trasformano in veri e propri interrogatori. Con tecniche di domande incalzanti, la psicologa gli "mette in bocca" racconti surreali di riti satanici, sacrifici umani, torture e violenze. Sedute estenuanti, della durata anche di otto ore, si susseguono con frequenza crescente, e persino la madre affidataria viene istruita a "insistere" con il bambino a casa. Tutto questo, come sottolinea Davide nel suo libro e in diverse interviste, viene inflitto a un bambino già traumatizzato, le cui uniche armi di difesa sono la fragilità e la suggestione.
La manipolazione psicologica e il ricatto diventano una prigione per Davide. Ad esempio, la psicologa arrivava a chiedergli se dei pupazzetti con cui giocava stessero "facendo sesso", per poi insistere fino a ottenere una risposta affermativa. Addirittura, un obiettore di coscienza, collega della psicologa, lo accompagnava a scuola istruendolo a stringergli la mano ogni qualvolta incrociasse qualcuno che gli incutesse paura. In un periodo di grande vulnerabilità, Davide stringeva quella mano di fronte a chiunque, dai genitori alle maestre, persino al vescovo. Senza alcuna prova concreta, un'intera comunità veniva coinvolta nelle accuse.
Il prezzo della disubbidienza: TSO e psicofarmaci
Intorno ai dodici anni, Davide inizia a nutrire dubbi sull'autenticità dei suoi racconti. Il senso di colpa lo assale quando si rifiuta di fornire ulteriori dettagli su molestie e riti satanici. La reazione della madre affidataria e della psicologa è immediata e spietata: delusione, rabbia e, infine, la "punizione". Davide viene sottoposto a due Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) e, in un agghiacciante tentativo di farlo passare per "pazzo", viene imbottito di psicofarmaci. "Cercarono di farmi passare per pazzo, mi annebbiarono la mente imbottendomi di psicofarmaci," racconta Davide, descrivendo un periodo di profonda fragilità fisica e mentale.
L'impatto sulla sua salute mentale è devastante. Si rifugia nell'alcol e nelle droghe, un tentativo disperato di fuggire da una sofferenza insopportabile. Ma la sua forza interiore lo spinge a lottare. Inizia a "scavare nella memoria", a ripercorrere il filo dei pensieri, fino a raggiungere una verità sconvolgente.
La verità svelata: un sistema corrotto e vite distrutte
Solo quattro anni fa, Davide Tonelli Galliera scopre la portata dell'odissea giudiziaria scatenata dai suoi racconti. Fino a quel momento, era rimasto all'oscuro del dolore immenso causato dalle sue parole, condivise da altri bambini seguiti dalla stessa psicologa. Viene a sapere che la madre affidataria aveva tentato di convincerlo di essere stato venduto ai pedofili dai suoi genitori biologici. L'ascolto del podcast "Veleno" di Pablo Trincia, unito al supporto della sua famiglia d'origine e di Giulia Panzetta, figlia della vicina Oddina, lo spinge a indagare, a studiare la documentazione processuale.
La verità lo travolge: i suoi racconti surreali avevano portato all'arresto dei suoi genitori biologici e di suo fratello. I genitori di altri bambini allontanati dalle loro famiglie avevano subito la stessa sorte. La madre di un'altra bambina si era suicidata, due uomini accusati di pedofilia erano morti d'infarto. Tutto basato su fatti mai dimostrati. La sua conclusione è agghiacciante: "In poche parole, l'unica setta era quella costituita dal sistema che mi avrebbe dovuto proteggere."
Davide ipotizza motivazioni economiche e una gelosia della madre affidataria verso la sua famiglia d'origine. Secondo la psicologa, parlando avrebbe salvato altri bambini. Invece, ha distrutto innumerevoli vite, oltre alla sua.
La sete di conoscenza e la consapevolezza del dolore inflitto, in particolare il pensiero della madre che lo ha cercato fino all'ultimo respiro, hanno spinto Davide a raccontare la sua storia in "Io, bambino zero". Il suo scopo è chiaro: nessuno deve più vivere un incubo simile, da cui lui stesso sta emergendo con cicatrici insanabili.
Un allarme contro le diagnosi psichiatriche non oggettive
La vicenda di Davide Tonelli Galliera, così come altre simili emerse negli ultimi anni, solleva un interrogativo cruciale sulla validità delle diagnosi psichiatriche basate unicamente su interpretazioni e non su dati oggettivi. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), un'organizzazione di volontariato a vigilanza e difesa dei diritti umani nel campo della salute mentale, sottolinea come, a differenza della medicina, le "diagnosi" psichiatriche spesso manchino di riscontri oggettivi e riproducibili. Il CCDU si oppone con forza all'influenza dilagante di tali pratiche in ambiti cruciali della società come la scuola, la giustizia e i servizi sociali, chiedendo una maggiore trasparenza e un fondamento scientifico rigoroso per ogni intervento che possa influire sulla vita e sulla libertà degli individui. La testimonianza di Davide Tonelli Galliera, dunque, non è solo il racconto di una tragedia personale, ma un monito urgente per un'intera società.
Fonti aggiuntive:
- Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli allontanamenti di minori dalle famiglie e sugli affidamenti a comunità, con particolare riferimento ai casi avvenuti nella provincia di Modena tra il 1997 e il 1998 - Camera dei Deputati
- Veleno, la docu-serie che riaccende il caso dei Diavoli della bassa modenese - MYmovies.it
- "Fui costretto a inventare gli abusi", parla il bambino di Veleno - MasterX
- VELENO. Dall'inchiesta alla pratica forense. Un incontro di discussione tecnica sul processo dei pedofili satanisti della bassa modenese - OPL - Ordine psicologi Lombardia
- Veleno. Una storia vera - Pablo Trincia - Libro - Einaudi - Feltrinelli
- I diavoli della Bassa Modenese: lo svelamento progressivo - AIPG
- Io, bambino zero. Come la giustizia ha fallito: la mia verità sul caso dei Diavoli della Bassa modenese