Brescia: Le scomode verità sull’elettroshock

Venerdì 14 Marzo, al Teatro S. Carlino in via Matteotti a Brescia, si è tenuto un incontro sul tema "Terapia elettroconvulsivante uguale elettroshock – vecchio inganno". L'evento è stato organizzato dai volontari bresciani del CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani).

I relatori sono entrati nel vivo, trattando l'argomento nei suoi lati oscuri e nascosti alla maggior parte della popolazione, si può dire, di tutto il mondo.

Il vice-presidente del Comitato, Silvio De Fanti, ha esordito dipingendo un quadro assai inquietante: le origini dell'elettroschock risalgono al 1938, un'idea che lo psichiatra Ugo Cerletti ebbe dopo aver notato, in un macello, come i maiali irrequieti venivano tramortiti con uno shock elettrico prima di essere uccisi. Nacque una "terapia" che, secondo enti leader nel settore, è priva di scientificità, e viene tutt'oggi somministrata in assenza di effettivi esami clinici e diagnosi comprovate. Gli interessi finanziari in questa pratica sono enormi.

La dott.ssa Emilia Kwasnicka, psicologa, ha portato la sua esperienza in merito ad un fatto singolare: tutto ciò che rappresentava la sua preparazione professionale e il suo genuino sentimento di assistere il prossimo, è crollato di fronte alla frustrazione di aiutare le persone trattate con l'elettroshock: persone distrutte, private di sé stesse e della vera essenza della vita. Una brutale scossa elettrica che pretende di "curare" la Psiche, non risolve affatto il disagio morale, la cui causa è da ricercarsi invece in un problema affettivo o di comprensione.

Infine, il dott. Lorenzo Torresini, psichiatra, ha illustrato perché questa "terapia" è un vecchio inganno: l'elettroshock, oggi denominato "Terapia Elettroconvulsivante", non ha nulla di diverso rispetto a ciò che era in origine, eccetto che oggi lo si pratica in anestesia totale, prevenendo così che il paziente, a causa delle terribili convulsioni, si procuri seri danni alla colonna vertebrale o ai denti. Le conseguenze sono assai gravi: confusione, perdita dell'orientamento spazio-temporale e perdita della memoria, in alcuni casi anche irreversibile.

Durante la serata è stato ricordato che Brescia detiene in Italia il triste primato nella somministrazione della terapia elettroconvulsivante, specialmente nel presidio ospedaliero di Montichiari.

Molto acceso anche il dibattito con il pubblico a fine incontro.

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