Inumanità psichiatrica - La regione Emilia istituisce Commissione d'Inchiesta

I diritti umani non sono né di destra né di sinistra

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani denuncia ancora una volta l'estrema brutalità dei trattamenti psichiatrici. La morte della donna a Forlì è solo l'ultima di una serie lunghissima. Il nostro Comitato era stato contattato dalla famiglia e dal legale subito dopo il tragico fatto, mossi da un desiderio di giustizia ma soprattutto dal bisogno di comprendere il perché di una tale vicenda.

L'istituzione di una commissione da parte della regione Emilia Romagna è un importante segnale.

La psichiatria è un'industria mondiale con 330 miliardi di fatturato, 100 milioni di utenti in trattamento con psicofarmaci dagli effetti spesso devastanti e con 3000 persone al mese che muoiono come causa diretta della loro assunzione.

La gente ha spesso timore della psichiatria. Il perché è semplice: la psichiatria è autoritaria. La medicina non ha bisogno di imporre nulla ai propri utenti. Essi sono liberi di scegliere le cure e i medici che preferiscono.

La psichiatria, con la giustificazione che l'utente non è consapevole della malattia, lo preleva con la forza da casa sua, lo lega al letto, gli fa iniezioni di psicofarmaci fino a ridurre la persona, bambini inclusi, a un mero vegetale incapace di reagire.
Quando la persona non reagisce, non pensa, non si agita e soprattutto accetta tutto ciò che gli viene detto e proposto, allora lo dichiarano "migliorato".

Ma tutto ciò non assomiglia ad un sequestro e ad una tortura?

I manicomi sono scomparsi, ma non è cambiato l'approccio  attuato giornalmente in buona parte dei reparti psichiatrici.

Con quali risultati? Lo dicono loro stessi e le statistiche: aumento costante del numero di "malattie" scoperte, di diagnosi e di prescrizione psicofarmacologica e aumento costante degli omicidi e suicidi commessi da persone che assumono psicofarmaci. Purtroppo la psichiatria, a parte qualche psichiatra isolato, non sembra intenzionata a cambiare rotta. Come Comitato e come cittadini chiediamo ufficialmente al Ministero della Sanità e della Giustizia di istituire una commissione d'indagine per verificare come vengono trattati gli utenti nei reparti e quanti dei TSO effettuati rispettano veramente la procedura stabilita dalla legge.

Recentemente abbiamo ricevuto segnalazioni che lamentano la pratica abituale da parte di vari psichiatri di adottare/minacciare un TSO se il paziente accenna alla volontà di non voler più assumere psicofarmaci, lamentando un peggioramento della propria qualità della vita e /o gravi effetti collaterali a causa della loro assunzione.

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