Levata di scudi contro la proposta di aumentare la coercizione in psichiatria

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Il CCDU: “Il protocollo aggiuntivo alla convenzione di Oviedo va fermato” 

La Convenzione sui Diritti Umani e le Biomedicine (1) è stata firmata a Oviedo (Spagna) nel 1997 su iniziativa del Consiglio d’Europa. Quest’ultimo, da non confondere con l’Unione Europea, è un organismo internazionale composto da 47 stati membri, fondato nel dopoguerra per impedire il ripetersi di quella tragedia. Il Consiglio si occupa di questioni relative a diritti umani, democrazia e stato di diritto. Uno dei punti cardine della Convenzione di Oviedo, completamente allineato con la Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità (2) è il consenso informato, visto come presupposto imprescindibile per qualsiasi intervento sanitario. 

Nel 2014 il Consiglio d’Europa ha incaricato un gruppo di esperti (il Comitato Bioetico) di elaborare un cosiddetto “Protocollo Aggiuntivo” – una specie di annesso alla Convenzione di Oviedo dedicato all’ambito psichiatrico. La bozza attualmente in discussione, se approvata, avrebbe l’effetto di azzerare i diritti dei pazienti psichiatrici. 

Secondo Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) 

“Il protocollo, così come è stato concepito, giustifica i trattamenti di contenzione, prevede un ricovero in ogni TSO, non chiarisce se i TSO siano indirizzati soltanto alla cura e al miglioramento delle condizioni di salute e … in questo modo, rischia di aumentare la coercizione”.  

La bozza, (3) ignorando completamente le raccomandazioni della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e del Relatore Speciale ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (4), attribuisce maggior potere discrezionale allo psichiatra in tema di TSO, non pone limiti temporali al provvedimento, che può dunque essere reiterato all’infinito, non pone limiti alla contenzione e nemmeno all’elettroshock. 

Il Comitato per la Prevenzione della Tortura, un organismo del Consiglio d’Europa, l’anno scorso ha  documentato abusi e violenza in Bulgaria, anche a carico di pazienti che si erano recati volontariamente nel reparto psichiatrico ma vi erano poi stati segretati in maniera coatta (5) - e il CCDU riceve decine di segnalazioni simili ogni anno anche in Italia – in cui il confine tra ingresso volontario nel reparto, ricovero coatto e trattamento coatto sembra non essere ben definito. Nel frattempo, la cronaca ci mette quotidianamente a confronto con casi di persone che cercano di scappare o addirittura tentano il suicidio pur di sottrarsi a questi cosiddetti trattamenti sanitari, e altri, come Franco Mastrogiovanni, Elena Casetto e Andrea Soldi che muoiono in seguito a un TSO. 

L’odierna prassi è già abbastanza violenta, e il Protocollo Aggiuntivo la peggiorerebbe, promuovendo – anziché scoraggiare – queste pratiche antiquate che sono oggetto di critica perfino all’interno della stessa comunità psichiatrica. 

L’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani ha ufficialmente chiesto al Consiglio d’Europa di ritirare il Protocollo Aggiuntivo,(6) e diverse organizzazioni e associazioni per i diritti dei pazienti psichiatrici in tutta e Europa si sono unite alla protesta. In Italia la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la Società della Ragione e tante altre organizzazioni hanno inviato al Governo una lettera, chiedendo che il nostro Paese si opponga con forza.  Il CCDU aderisce con decisione alla protesta, e si attiverà in tutte le sedi per impedire questo imbarbarimento.

  1. https://www.coe.int/en/web/bioethics/oviedo-convention
  2. https://www.un.org/development/desa/disabilities/convention-on-the-rights-of-persons-with-disabilities.html
  3. https://rm.coe.int/inf-2018-7-psy-draft-prot-e/16808c58a3
  4. https://www.ohchr.org/en/issues/disability/srdisabilities/pages/srdisabilitiesindex.aspx
  5. https://www.refworld.org/docid/5bcedc8b4.html
  6. https://www.ohchr.org/en/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=27126&LangID=E

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