Milano: Controllo sociale e psichiatria - violazioni dei Diritti Umani

Milano: Controllo sociale e psichiatria - violazioni dei Diritti Umani

CCDU: occorre più rispetto per la persona umana, come prevede la Costituzione

Venerdì 3 novembre è stata inaugurata a Milano la mostra itinerante multimediale “Psichiatria: controllo sociale e violazioni dei diritti umani”. La mostra, organizzata dal CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani) in collaborazione con la sezione italiana della LIDU (Lega Internazionale per i Diritti Umani) è composta di pannelli e documentari video, ed è la copia del Museo Permanente sulla Psichiatria basato a Los Angeles. Torna al Palazzo dei Giureconsulti dopo avervi già fatto tappa nel 2010, 2011, 2012 e 2016.

Se credete che il periodo buio della psichiatria, un inferno con manicomi, contenzioni, elettroshock e lobotomie, appartenga ormai al passato la mostra vi farà cambiare idea: la psichiatria dal volto umano rappresenta solo un’apparenza, dietro la quale si nascondono gli stessi orrori, sebbene mascherati da opportune campagne mediatiche. L’elettroshock è stato ribattezzato TEC (Terapia Elettroconvulsivante): l’unica differenza è che viene fatto sotto anestesia, ma gli effetti negativi sono gli stessi. La contenzione sta assumendo nuove forme: l’immobilizzazione fisica viene ancora usata (basti pensare a Francesco Mastrogiovanni, morto a Vallo della Lucania nel 2009 dopo tremenda agonia, legato al letto di contenzione per oltre 90 ore) ma è sempre più integrata dalle camicie di forza chimiche - pillole a lento rilascio - danno il loro effetto su un lungo periodo - e che molte persone sono costrette ad assumere sotto minaccia di TSO. Nelle parole del Dott. Roberto Cestari, Presidente del CCDU e autore del libro L’Inganno Psichiatrico, ”Quando osserviamo qualcuno ritenuto matto, e notiamo quell'espressione vuota e inebetita, la lingua in fuori, i peli e i chili di troppo e la mancanza di qualche dente, non stiamo osservando i segni della 'malattia': stiamo solo vedendo l’effetto di questi farmaci su un essere umano”. Il passaggio dalla contenzione fisica a quella chimica, oltre a fornire la foglia di fico dietro alla quale si nascondono le stesse pratiche di sempre, è stato probabilmente favorito anche dall’azione dell’industria psicofarmaceutica - una potente lobby multimiliardaria.

Alla cerimonia del taglio del nastro hanno preso parte Alberto Brugnettini, portavoce del CCDU; la signora Valentina, che ha raccontato la sua storia di orrore psichiatrico, e come ne è venuta fuori grazie al CCDU e Giorgio Pompa, Presidente dell’Associazione Dalle Ande Agli Appennini. Secondo Pompa la psichiatria non è una professione medica ma, piuttosto, un’attività di controllo sociale che ha il compito di arrestare e punire (senza processo, senza prove e senza avvocato) le persone che, pur non avendo commesso alcun reato, sono colpevoli di comportarsi in maniera che altri giudicano disdicevole. Roberto Cestari, presidente del CCDU, ha infine ribadito la necessità di riformare l’istituto del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) in senso garantista: “Troppe persone muoiono ogni anno nel corso di un TSO, e questo non può più essere tollerato. La legge attualmente in vigore prevede alcune garanzie ma, nella pratica quotidiana, si è ormai consolidata una tendenza ad aggirarle o ridurle, a danno del paziente. La nostra Costituzione - articolo 32 - prevede la possibilità di trattamenti sanitari obbligatori, ma impone in ogni caso il ‘rispetto della persona umana’, ed è ora che queste parole diventino realtà.”

La mostra resterà aperta fino al 7 ottobre presso il Palazzo dei Giureconsulti, in via dei Mercanti n° 2 (angolo P.za Duomo).

Orario continuato dalle 10 alle 19. Ingresso libero.

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