Minori contesi: interrogazione al parlamento europeo sugli allontanamenti facili

Roberta Angelilli

L’interrogazione del Vice Presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli squarcia il velo sullo scandalo italiano dei minori temporaneamente fuori dalla famiglia di origine.

Strasburgo . Lo scandalo dei minori temporaneamente fuori dalla famiglia di origine è stato svelato recentemente da un’interrogazione del Vice Presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli in cui denuncia che:

Numerosi rapporti e articoli di stampa italiani hanno messo in luce un eccessivo affidamento di bambini in casa-famiglia o all'affidamento familiare, tanto da far parlare di « allontanamenti facili ». Spesso i minori vengono allontanati per motivi generici (ad esempio conflittualità, problemi economici, inidoneità genitoriale, problemi abitativi), senza una reale possibilità di ascoltare i genitori e i minori coinvolti, sulla sola base dei rapporti dei servizi sociali e delle perizie psichiatriche o psicologiche

Le criticità del sistema di giustizia minorile italiano vengono denunciate da anni da decine di associazioni a tutela dei minori e da fonti sempre più autorevoli; ultimamente il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha persino parlato di «attuale inesistenza di politiche minorili, in un contesto di default del sistema di welfare».

Secondo il documento «Quaderni della ricerca sociale — bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia di origine», al 31 dicembre 2010, i minorenni accolti temporaneamente presso i servizi residenziali familiari e socio-educativi e le famiglie affidatarie erano circa 30 mila . Il fenomeno è cresciuto del 24% rispetto al periodo 1998/1999.

L’interrogazione dell’onorevole Angelillo presenta una situazione allarmante:

Allo stato attuale, non si riescono a distinguere gli allontanamenti realmente necessari da quelli che , con un'adeguata politica di sostegno alle famiglie in grado di prevenire e risolvere i disagi, potrebbero essere evitati , soprattutto senza allontanare i bambini dai propri genitori. Fatto salvo il rispetto del principio di sussidiarietà, può la Commissione chiarire se la situazione sopra descritta possa considerarsi compatibile con l'applicazione della vigente normativa UE in compimento di quanto previsto dall'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (diritti dei minori), dagli articoli 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE nonché dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (diritto a un processo equo e diritti della difesa)? Può inoltre indicare le modalità per informare e sensibilizzare genitori e operatori del settore sui temi legati alla famiglia, con particolare enfasi sulla necessità di preferire il supporto alla famiglia in difficoltà e di considerare l'allontanamento del minore dal proprio nucleo familiare come soluzione estrema? 

Queste critiche sono state sempre negate o minimizzate dai vari servizi sociali e assessorati alle politiche sociali italiani. L’interrogazione concerne la vita di 30mila bambini e delle relative famiglie, ci auguriamo che l’Europa sappia ascoltare l’onorevole Angelillo e far sì che le istituzioni pongano mano e risolvano le criticità segnalate per il bene di questi bambini e di queste famiglie.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani

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