Modena 08 aprile 2016 - Convegno sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Modena 08 aprile 2016 - Convegno sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Disturbi Specifici dell'Apprendimento: Controversia e possibili conflitti d'interesse

Se ne è parlato nel corso di un convegno tenuto a Modena venerdì scorso, organizzato dal CCDU - Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani.

I DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) sono stati introdotti in Italia con la legge 170/2010 "Nuove norme in materia di disturbi specifici dell'apprendimento in ambito scolastico". La legge non prevede il trattamento farmacologico dei DSA, ma nasconde dei trabocchetti. Nel corso del 2015 le diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento sono aumentate di oltre il 70% in Emilia Romagna - una vera epidemia. Senza negare l'esistenza di bambini con problemi scolastici, i relatori hanno suonato un campanello d'allarme, mettendo in guardia gli oltre 100 genitori presenti: la didattica sta abdicando le sue funzioni ai neuropsichiatri, con possibili ripercussioni negative.

Silvio De Fanti (Vicepresidente CCDU) ha fatto una breve storia dell'influenza psichiatrica nelle scuole e ha poi presentato i relatori: il Dott. Davide Vanni (Psicologo, specializzato in Psicologia Forense, consulente tecnico del Tribunale di Bolzano), la Dott.ssa Marica Malagutti, (Psicologa, psicoterapeuta, consulente tecnico del Tribunale di Ferrara) e Antonella Marzaroli (insegnante). Vanni ha messo in guardia contro le facili diagnosi, denunciando i pericoli che si corrono quando la didattica adbica in favore della medicina, mente la psicologa, e l'insegnante hanno illustrato come loro stesse abbiano brillantemente risolto i problemi di molti bambini DSA utilizzando inventiva e strumenti didattici sviluppati su misura, invitando gli insegnanti presenti a fare lo stesso. "Non esistono due bambini uguali" - ha detto la psicologa - "per ogni singolo ragazzo occorre determinare l'esatta natura della sua difficoltà e sviluppare una strategia per risolverla".

L'articolo 1della legge sui DSA è già tutto un programma: "La presente legge riconosce dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia quali disturbi specifici di apprendimento...". Le malattie (o "disturbi" - come sono definiti nel lessico psichiatrico) normalmente non hanno bisogno di una legge. Nessuna legge stabilisce l'esistenza della polmonite o dell'epatite: la loro esistenza è stabilita in laboratorio, e nessuno la mette in dubbio. I disturbi dell'apprendimento (e, in generale, i disturbi mentali) sono invece introdotti per legge, oppure per alzata di mano tra i membri dell'APA (Associazione Psichiatrica Americana). Si tratta del ritorno a un modello di conoscenza pre-scientifico e medievale, in cui la verità è stabilita dall'opinione dell'autorità (Aristotele o APA) e non dall'esperimento.

L'articolo 3 specifica che la diagnosi di DSA non viene fatta in ambito scolastico ma sanitario: la scuola compila un rapporto e "previa apposita comunicazione alle famiglie interessate" manda il malcapitato dallo strizzacervelli. Costui, sebbene la diagnosi di DSA non preveda un trattamento farmacologico, a volte diagnostica altri disturbi in "co-morbilità", mette mano al ricettario e attiva il distributore di pillole. (La co-morbilità è la simultanea presenza di più malattie.) Oggi vanno di moda il Disturbo da Deficit d'Attenzione e Iperattività, il Disturbo Bipolare e il Disturbo Oppositivo Provocatorio - disturbi mentali per il cui trattamento è prevista la somministrazione di potenti stimolanti anfetaminici o farmaci neurolettici (detti anche antipsicotici - le cosiddette "camicie di forza chimiche"). Non si tratta di una vaga ipotesi: anche se la casistica non è omogenea, il CCDU ha ricevuto decine di segnalazioni da alcune aree geografiche sparse un po' a macchia di leopardo.

L'articolo 5 prevede che i bambini DSA debbano "fruire di apposti provvedimenti dispensativi e compensativi". In pratica sono "dispensati" dal dover imparare (a leggere, scrivere, far di conto ecc.) e "compensano" questa mancanza con l'uso di appositi strumenti (audiolibri, calcolatrici, correttori automatici ecc.).Sotto la falsa pretesa di garantire il diritto allo studio alle persone sofferenti di un disturbo mai evidenziato scientificamente (ma solo introdotto per legge), in realtà si fa l'esatto opposto: li si dispensa dal dover studiare. Davanti a una tale cuccagna, insegnanti, genitori e bambini non credono ai propri occhi. Se il bambino ha problemi, non ha sbagliato l'insegnante e nemmeno i genitori: il ragazzo è disturbato. Non gli è nemmeno più richiesto d'imparare: gli strumenti dispensativi e compensativi gli garantiscono la promozione gratuita e, con buona pace del diritto allo studio, chissenefrega se crescerà senza saper leggere, scrivere o far di conto? A indorare ulteriormente la pillola, e rendere i DSA ancora più appetibili ai genitori, ci pensa l'articolo 6, che garantisce ai familiari di bambini DSA "il diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili" - c'è da chiedersi perché non li abbiano inventati prima!

Il pubblico in sala, composto prevalentemente da genitori e insegnanti, ha ascoltato con attenzione e interesse, con parecchie richieste di rifare il convegno in altre città, o pubblicarne gli atti per renderli disponibili.

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