Psichiatria: Cosa c'e' che non va?

Bambino e pillole

Un recente articolo del New York times intitolato "Cos'é che non va nei bambini? Psichiatri spesso in disaccordo", evidenzia la mancanza di criteri scientifici e le divisioni interne nel campo della psichiatria.

L'articolo svela che gli psichiatri non dispongono di alcun esame del sangue o alcuna tecnica di immagini per diagnosticare i disturbi mentali, ma si basano invece su criteri soggettivi e la verifica di una lista di sintomi. L'autore aggiunge:

"Oggigiorno è facile che un bambino che abbia un problema si veda fornire due o più diagnosi simultaneamente, come ad esempio il deficit d'attenzione o il disturbo bipolare ... hanno l'impressione di immergersi in una zuppa alfabetica di etichette che cambia più frequentemente del loro numero di scarpa ... Questi giovani collezionano etichette come fossero timbri su un passaporto".

I critici tuttavia evidenziano come l'assoluta mancanza di prove a supporto dell'esistenza dei disturbi mentali non impedisca agli psichiatri di prescrivere a bambini dei farmaci che alterano la mente, nonostante l'autorità statunitense per i farmaci (FDA - Food and Drug Administration) abbia stabilito che questi farmaci possono causare suicidio, idee omicide, mania, psicosi, attacchi cardiaci, ictus e decesso improvviso.

Il dr. Jane Costello, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Duke University ammette che:

"Il sistema di diagnosi (psichiatriche) si trova 200 o 300 anni indietro rispetto alle altre branche della medicina ... a livello individuale, per molti genitori e famiglie, l'esperienza può costituire un disastro; dobbiamo ammetterlo"

Oggi gli psicofarmaci vengono venduti come "trattamento" per una sempre più lunga lista di disturbi psichiatrici, che consentono all'industria psico-farmaceutica di rastrellare miliardi di dollari all'anno.

In Italia, il Progetto Arno-Pediatria, l'osservatorio epidemiologico della prescrizione farmaceutica in età pediatrica, attraverso il Cineca (Consorzio Universitario), da un'indagine che si riferisce alle prescrizioni effettuate nel 2004 da oltre 8.000 medici di 27 Asl di 7 regioni su 721.142 bambini, dichiara:

"Aumenta anche l'uso di psicofarmaci nei più piccoli e negli adolescenti: 3 minori ogni mille (circa 30mila in Italia) sono in terapia, in particolare con antidepressivi, soprattutto ragazze tra i 14 e i 17 anni". (La Repubblica 13/11/06).

Riteniamo che sia importante dare più risalto al fatto che tutta questa espansione diagnostica e farmacologica si fonda su ideologie non scientifiche, ridefinendo i comportamenti umani ed etichettandoli come patologie, ogni cosa può divenire una grave e diffusa malattia, creando un giro d'affari enorme che sostiene questo mercato.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani giornalmente si sta adoperando affinchè i diritti umani e la dignità, siano restituiti a tutti gli individui, investigando e denunciando le violazioni psichiatriche dei diritti umani.

Chiunque ritiene di aver subito danni causati da trattamenti psichiatrici può mettersi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani.

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