Figli tolti a mamma vittima di violenze: sostituita l’assistente sociale

bambini

Alcuni mesi fa la ricusazione del giudice. Ora l’assistente sociale viene sostituita. CCDU: i figli non si tolgono neanche in caso di conflittualità grave: è una pratica psichiatrica dannosa.

Pordenone. È arrivata oggi la notizia che l’assistente sociale che si occupava di questa famiglia della Provincia di Pordenone è stata sostituita e un’altra assistente sociale, che ancora non è stata presentata alla famiglia, si occuperà del caso.

La controversa storia di questa famiglia aveva fatto scalpore in seguito a una lettera della mamma al Presidente della Camera (Laura Boldrini). In seguito, il giudice che aveva tolto i figli a questa donna vittima di violenze e l’aveva pure denunciata per diffamazione, era stato ricusato.

La famiglia, difesa dall’avvocato Francesco Miraglia, si era rivolta al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus e aveva iniziato una raccolta firme per chiedere aiuto ai Sindaci dei comuni del Noncello al fine di velocizzare il rientro a casa dei bambini, ma anche di avviare un’indagine disciplinare sulle persone che si erano occupate di questa famiglia, anche in considerazione del fatto che l’assistente sociale presentava aspetti di imparzialità avendo testimoniato a favore del padre nel processo penale che vedeva coinvolti la donna e l’ex marito.

La sottoscrizione ha avuto molto successo con migliaia di firme raccolte che verranno consegnate nei prossimi giorni assieme alla richiesta di un incontro volto a valutare come aiutare questi bambini e questa famiglia dopo la recente sostituzione.

Secondo Paolo Roat, Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus:

“Un figlio non si toglie ai genitori per «metterlo in sicurezza in un ambiente neutro» come sostengono certe teorie psichiatriche invasive.

La sottrazione di un bambino alla famiglia è l’extrema ratio solo in caso di gravi maltrattamenti o abusi. Ci auguriamo che si possa tornare al buon senso e che la pratica disumana del «mettere in sicurezza un minore in ambiente neutro» venga eliminata dal lessico della tutela minorile.

Nel mese di gennaio scorso organizzammo una conferenza dal titolo «Bambini allo sbaraglio, bambini bersaglio. Può un giudizio psichiatrico rovinare famiglie e vite?» all'Auditorium Ex Provincia in Largo San Giorgio. Riteniamo necessario continuare questa attività di formazione e sensibilizzazione nei comuni del Noncello per evitare che queste vicende succedano ancora.”
 

Condividi con