Trento: DDL per il superamento delle strutture residenziali

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Un DDL per passare da una cultura della protezione a una cultura dell'accoglienza dei minori

Oggi mercoledì 7 maggio 2014 presso il Palazzo della Regione di Trento, l’onorevole Giacomo Bezzi, assieme al consigliere comunale Gabriella Maffioletti, ha presentato il disegno di legge “Disposizioni in materia di affidamento di minori: modificazioni dell'articolo 34 della legge provinciale sulle politiche sociali”.

Un disegno di legge rivoluzionario che, se accolto dal Consiglio Provinciale, è destinato a trasformare il campo della tutela minorile allineandolo alle convenzioni internazionali sui diritti del fanciullo con il passaggio da una cultura della protezione a una cultura dell’accoglienza.

Il disegno di legge ha tre capisaldi:

Superamento entro il 31 dicembre 2017 dei servizi a carattere semiresidenziale e residenziale per minori, con l'attivazione di vere e proprie comunità di tipo familiare. Purtroppo, nonostante la legge abbia disposto che il ricovero in istituto doveva essere superato entro il 31 dicembre 2006, in realtà le strutture cui sono affidati i minori sono sostanzialmente degli istituti. La priorità rimane ancora la tutela, mentre dovrebbe essere l’accoglienza.

Attivazione obbligatoria di un progetto formale di recupero o rafforzamento per la famiglia di origine, che impedisca ai minori allontanati dalle famiglie di passare dalla condizione di ‘allontanati’ a quella di ‘abbandonati’: spesso infatti i minori rimangono nelle strutture per anni senza alcun recupero della famiglia di origine, come il caso del minore pubblicato oggi dai media, tornato a casa senza aspettare il decreto del giudice – decreto pervenuto solo in un secondo momento. I tempi dei minori non sono quelli della giustizia.

Affidamento familiare dei minori, con priorità rispetto all'affidamento a servizi a carattere semiresidenziale e residenziale o dal 2018 a comunità di tipo familiare. Questo è il chiaro intento del legislatore che vorrebbe garantire il diritto del minore a una famiglia, quando la famiglia naturale non lo possa fare. Nel DDL si favorisce anche l’affidamento ai parenti.

Questo disegno di legge non dovrebbe trovare alcuna opposizione, se non negli interessi privati delle strutture residenziali e di certi psicologi, psichiatri, operatori, ecc. che lavorano nel sociale. Solo pochi giorni fa abbiamo saputo del conflitto d'interessi di uno psicologo, attivo anche come consulente tecnico d’ufficio, denunciato da due mamme trentine per avere, a loro avviso, commesso gravi errori risultanti nell’allontanamento o pericolo di allontanamento dei minori: questo psicologo è anche dirigente di una comunità del privato sociale che fattura circa 10 milioni di euro all’anno.

Per questo ieri l’onorevole Giacomo Bezzi e il consigliere comunale Gabriella Maffioletti hanno presentatoun esposto alla Corte dei Conti perché si faccia luce sul possibile danno erariale causato dagli allontanamenti “facili” dalle famiglie e dalla difficoltà di implementazione dell’affido famigliare. Il Trentino infatti è tra le pecore nere per quanto concerne i minori sottratti alle famiglie. È al penultimo posto prima della Liguria per le percentuali di bimbi allontanati dalle famiglie, mentre la percentuale del 33% di affidamenti familiari lo colloca assieme a regioni con disponibilità finanziarie molto inferiori come l’Abruzzo (31%) e il Molise (32%) mentre ad esempio la Sardegna è al  68%. Secondo le statistiche, nel 2010, 160 bambini in Trentino sono stati allontanati dalle famiglie per un periodo inferiore all’anno mentre, molto probabilmente, avrebbero potuto evitare il dramma dell’abbandono con una politica genitoriale opportuna, in grado di prevenire e risolvere i disagi. Nell’esposto sono stati rivelati anche alcuni conflitti di interesse, come ad esempio quello di certi giudici onorari che lavorano anche nel settore minorile.

Il CCDU - Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani - si occupa da anni di minori allontanati dalle famiglie. Spesso l'allontanamento avviene in base a relazioni e perizie psichiatriche e psicologiche, per loro natura soggettive e opinabili, con enormi danni ai minori. Gli unici a trarne vantaggio sono le organizzazioni coinvolte in questa mala-gestione: non permettiamogli di bloccare la riforma.

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