Verità e giustizia per Wissem Ben Abdel Latif

Wissem Ben Abdel Latif

Il CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, aderisce alla campagna “Verità e giustizia per Wissem Ben Abdel Latif”, giovane tunisino morto dopo una contenzione e sedazione prolungata oltre ogni limite immaginabile.

Wissem ha subìto una contenzione di 40 ore consecutive all’Ospedale Grassi di Ostia, e poi un’altra di 63 ore nel reparto psichiatrico dell’Ospedale San Camillo di Roma. Ha avuto braccia e gambe libere solo per il tempo necessario al trasferimento tra i due ospedali, e in questi cinque giorni è stato alimentato una sola volta.

La contenzione, anche se breve, dovrebbe essere vietata tout court, ma il prolungarla per oltre 100 ore è un vero e proprio atto di tortura, in palese violazione dell’articolo 32 della Costituzione (che impone il rispetto della persona umana durante i TSO). Simili atrocità sono inconciliabili con l’esercizio della professione medica, e dovrebbero comportare la radiazione dall’albo per chi fosse giudicato colpevole.

L’uso dello “stato di necessità” (art. 54 CP) per un periodo di tempo così prolungato è ingiustificabile: infatti, mentre la procura ha aperto un’indagine contro ignoti per omicidio colposo, l’avvocato della famiglia chiederà al pubblico ministero di aggiungere l’ipotesi di sequestro di persona.

Il CCDU sostiene la campagna di riforma del TSO promossa dal Comitato Legittima Difesa, che prevede il divieto esplicito di contenzione e l’obbligo di telecamere nei reparti in cui si praticano TSO. Con questa legge, Wissem sarebbe vivo.

Una riforma del TSO in senso garantista, davvero allineata col pensiero di Franco Basaglia, non può più essere rinviata. Scaricare qui il testo della riforma.

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