Tutela minorile: per una giustizia più equa

Da anni difendiamo le famiglie dagli errori psichiatrici nella giustizia minorile; questo nuovo strumento consentirà alle famiglie un vero rapporto di collaborazione paritaria con i servizi all’infanzia
In Italia può succedere che, tramite valutazioni – per loro stessa natura soggettive e opinabili – alcuni psichiatri, psicologi e assistenti sociali indottrinati sul modello biologico della mente e incapaci di usare buon senso e umanità, possano indurre il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici, allontanando i figli alla famiglia, collocandoli in comunità tutelari per minori, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro.
Mentre nei confronti dei Servizi Sociali ci dovrebbe essere un rapporto di collaborazione paritaria basato sulla fiducia, molte famiglie ci hanno segnalato la loro condizione di sudditanza di fatto nei confronti di certi assistenti sociali, psicologi e psichiatri a causa del potere smisurato che hanno sulla vita delle loro famiglie. Spesso infatti le relazioni dei Servizi Sociali e le perizie e valutazioni dei Consulenti Tecnici (psichiatri e psicologi) determinano la decisione del Tribunale in merito al collocamento dei figli. Inoltre, in molti casi il decreto di allontanamento assegna ai Servizi Sociali il potere di decidere il regime di visite dei minori: la sospensione o riduzione delle visite è la minaccia più ricorrente che ci è stata riferita dai genitori. Purtroppo, una protesta o contestazione anche legittima potrebbe essere vista da alcuni come “mancanza di collaborazione” o come “comportamento oppositivo”. Ma un rapporto di sudditanza è un rapporto malato e inaccettabile in una società civile e democratica, e una diretta violazione dei diritti umani.
In un precedente documento abbiamo scritto: Siate cittadini, non sudditi! Questo nuovo strumento è diretto a tutti i professionisti che si occupano di tutela minorile (psichiatri, psicologi, assistenti sociali, avvocati, operatori, ecc.) ed è inteso a instillare nella famiglia la fiducia necessaria, affinché possa affidarsi con fiducia ai professionisti che si occupano della tutela dei loro figli.
Inoltre questo strumento è volto a promuovere un rapporto paritario tra i cittadini e le istituzioni. I genitori a cui sono stati tolti i figli non sono cittadini di serie B. Purtroppo chi è stato definito insano da una perizia o valutazione psichiatrica e/o psicologica spesso perde i propri diritti, e i figli sono i primi a subire gli effetti di queste valutazioni di “incapacità genitoriale” dato che finiscono con il perdere l’affetto dei propri genitori, anche in assenza di abusi gravi e accertati. Lo strumento è anche inteso a depsichiatrizzare la tutela minorile e a individuare gli assistenti sociali e i professionisti che sono stati infiltrati da una certa cultura psichiatrica nemica della famiglia e dei diritti umani. Il primo indicatore sarà ovviamente il rifiuto di compilarlo.
Offriamo umilmente questo strumento alle famiglie affinché possano usarlo per capire di chi possono fidarsi al fine di stabilire un rapporto paritario di collaborazione reciproca con le istituzioni basato su una fiducia vera e senza ambiguità. Il questionario viene messo a disposizione liberamente e potrà essere usato (cambiando il logo e l’intestazione) anche da qualsiasi associazione che si occupa di tutela minorile. Tutte le persone che si occupano di tutela dell’infanzia, compresi i membri del CCDU, dovrebbero firmarlo per accettazione e pubblicarlo. La fiducia delle famiglie nasce dalla trasparenza delle proprie intenzioni e dalla coerenza con quanto dichiarato.
Con l’augurio che questo documento possa contribuire a migliorare la giustizia nel settore degli allontanamenti dei bambini dalle famiglie.
Scarica il file: Documento fiducia e trasparenza