Perché esiste un movimento anti psichiatrico?

I diritti umani non sono né di destra né di sinistra

Comportamentismo e Salute Mentale

Tratto da un articolo pubblicato il 23 marzo 2015 da Philip Hickey

Il 18 febbraio Jeffrey Lieberman, eminente psichiatra ed ex presidente dell'APA (Associazione Psichiatrica Americana), ha pubblicato un video e una trascrizione su Medscape. L'articolo era intitolato “Cosa ha il New York Times contro la Psichiatria?” ed era essenzialmente una diatriba superficiale contro Tanya Lurhmann, antropologa di Stanford, e autrice di un articolo aperto e leggermente critico nei confronti della psichiatria pubblicato dal New York Times. In essenza la confutazione da parte del dottor Lieberman si basava sul fatto che un antropologo non ha il diritto di esprimere critiche sulla psichiatria.

"Perché questo rapporto è stato pubblicato su una testata rispettabile come il New York Times? Per nessun’altra specialità medica si richiederebbe l’opinione di un antropologo per valutare la validità scientifica delle sue diagnosi. Nessuna, tranne la psichiatria. La psichiatria ha il triste primato di essere l'unica specialità medica ad avere un movimento antagonista. Esiste un movimento anti-psichiatria. Avete mai sentito parlare di un movimento anti-cardiologia, un movimento anti-dermatologia, o un movimento anti-ortopedia?"

Esiste una risposta alla domanda: perché la psichiatria ha un movimento “anti”? A mio parere ce ne sono diverse, ma prima di tutto c’è un motivo di fondo per cui un antropologo ha tutti i diritti di criticare la psichiatria. I critici della psichiatria, infatti, non criticano mai le scelte nel merito, ma nel metodo. Non pretendono, per esempio, di suggerire quale debba essere la giusta dose di litio per intontire una persona, né quale debba essere l’esatta corrente da usare nell’elettroshock per una frittura ottimale del cervello, o quale ferro chirurgico sia più adatto per praticare una lobotomia o, ancora, come debba essere realizzata una camicia di forza o un letto di contenzione.

Criticano, piuttosto, l’infondatezza scientifica dei presupposti della psichiatria: la teoria dello squilibrio chimico del cervello, mai sostenuta da alcuna analisi chimica; la classificazione dei cosiddetti disturbi mentali, votati per alzata di mano e mai diagnosticabili con i metodi propri della medicina. I medici guardano referti di analisi oggettivi, gli psichiatri osservano il tuo comportamento. I critici, in sostanza, negano l’appartenenza della psichiatria alla schiera delle discipline mediche. Per fare questo non occorre essere medici, così come non occorre avere studiato da Torquemada per negare l’esistenza delle streghe, non occorre una laurea in mostrologia per negare l’esistenza del mostro di Loch Ness e non occorre aver studiato in seminario per controbattere le critiche mosse alla teoria astronomica eliocentrica o alla selezione darwiniana da parte dei religiosi.

Questa concezione di fondo ha una decina di ramificazioni:

  1. La definizione di disturbo mentale o malattia mentale abbraccia in sostanza ogni problema significativo nel pensare, nel come ci si sente o ci si comporta e la psichiatria, negli ultimi decenni, ha utilizzato questa definizione per medicare ufficialmente problemi che non sono di natura medica. Non esiste un'altra branca della medicina che imponga le sue cure con la forza, contro la volontà del malcapitato. Nessun dermatologo ti fa prelevare dalla polizia, t'immobilizza e ti sottopone a trattamento dermatologico se tu non vuoi.
  2. La psichiatria presenta abitualmente queste classificazioni come le cause di problemi specifici quando in realtà sono solo etichette senza alcun significato esplicativo.
  3. La psichiatria ha regolarmente ingannato, e continua a ingannare, i suoi clienti, il pubblico, i media e le agenzie governative, sostenendo come questi problemi (dalla definizione quanto mai vaga) siano delle malattie e abbiano una patologia neurale nota.
  4. La psichiatria ha palesemente sostenuto gli psicofarmaci come misure correttive per queste malattie, quando in realtà è ben noto nei circoli farmacologici che nessun farmaco psichiatrico corregge una qualsiasi patologia neurale o presunto squilibrio chimico.
  5. La psichiatria ha cospirato con l'industria farmaceutica per la creazione di un vasto corpo di false ricerche, tutte progettate per "dimostrare" l'efficacia e la sicurezza dei prodotti farmaceutici. Basti come esempio il caso degli antidepressivi SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione di Serotonina): secondo uno studio di Harvard i produttori hanno sapientemente manipolato i dati delle ricerche per fare approvare una molecola che, a conti fatti, era tanto efficace quanto il placebo.
  6. Un gran numero di psichiatri ha spudoratamente accettato soldi dalle ditte farmaceutiche per attività molto discutibili, spacciando info commerciali come “aggiornamenti in campo medico” e firmando libri e documenti scritti dal reparto marketing di alcune ditte farmaceutiche.  Eminenti psichiatri sono stati pagati come "leader di opinione" per la promozione di nuovi farmaci e diagnosi, varie riviste accettano soldi per pubblicare pagine di pubblicità mascherata da articolo scientifico, e la stessa Associazione Psichiatrica Americana ha accettato ingenti somme di denaro dal settore farmaceutico. Lo sfruttamento di persone indifese (adulti rinchiusi nei reparti di psichiatria, o minori sottratti alle famiglie e ospiti d’istituti specializzati) cui prescrivere psicofarmaci a gogò. Si aggiunga che il 70% dei membri del gruppo di lavoro del manuale DSM-5 ha ricevuto finanziamenti dall’industria farmaceutica.
  7. Le diagnosi della psichiatria, prive del benché minimo riscontro oggettivo, sono intrinsecamente disabilitanti. Pretendere che queste diagnosi dimostrino l’esistenza di malattie incurabili, e pretendere di curarle vita natural durante con abbondanti dosi di psicofarmaci, è un atto intrinsecamente disabilitante: toglie speranza alla gente e la incoraggia ad accontentarsi di una vita di dipendenza dalla una droga indotta, e alla mediocrità.
  8. I "trattamenti" della psichiatria, qualunque sia il sentimento transitorio di benessere che possono trasmettere, nel lungo termine sono sempre distruttivi e dannosi.
  9. Gli psichiatri prescrivono cure improprie e inutili (se non agli psichiatri stessi) per qualsiasi problema significativo nel pensare, nel sentire, o nel comportarsi. Questo mina realmente la resilienza umana, e promuove una cultura d’impotenza, incertezza, e dipendenza dai farmaci. Il ricatalogare malattie e problemi, che le generazioni precedenti hanno accettato come cose da affrontare e risolvere, e l’usare i miliardi delle case farmaceutiche per promuovere questo falso messaggio, è moralmente ripugnante.
  10. La psichiatria non riconosce né accetta alcun limite sulla sua agenda espansionista. Negli ultimi anni si sono persino abbassati a prescrivere farmaci neurolettici ai bambini, un "trattamento" i cui effetti a lungo termine non si possono nemmeno immaginare.

E questo, dottor Lieberman, è il perché la psichiatria ha un movimento “anti”. La psichiatria, come professione, è intellettualmente e moralmente in bancarotta, e ha sempre dimostrato una spiccata avversione per qualsiasi cosa assomigli, anche lontanamente, a un’autocritica. Non c'è nulla di nuovo in quello che ho scritto sopra. Tutti questi punti sono stati ripetuti da numerosi autori tra cui un non trascurabile numero di psichiatri. Ma la leadership psichiatrica e la grande maggioranza della truppa rimangono categoricamente sordi e ciechi di fronte a queste evidenti carenze. In effetti, la risposta comune della psichiatria a una critica qualsiasi è di affermare di nuovo i suoi principi fondamentali, con rinnovata determinazione, come se un aumento di zelo potesse in qualche modo compensare la mancanza di logica e prove.

E la ragione per cui non vi è un movimento anti-cardiologia, o un movimento anti-dermatologia, o un movimento anti-ortopedia, è perché questi, e altre specialità mediche legittime, non sono colpevoli di pratiche vane, distruttive e ingannevoli come quelle descritte.

Non siamo noi, dottor Lieberman: lei e i suoi colleghi psichiatri avete creato qualcosa di così marcio e viziato, che il diventarne antagonisti è l'unica presa di posizione coerente con la decenza umana.

Articolo originale completo di riferimenti: http://www.behaviorismandmentalhealth.com/2015/03/23/why-is-there-an-anti-psychiatry-movement/

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